TALK | Digital art is crime, digital crime is art — Nicolò Bussolati, Paolo Cirio
Recontemporary / Salotto
14 Settembre 2022
Opening 14 Settembre, 7:00 pm

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L’arte digitale, la blockchain e i token non fungibili (NFT) sono senza dubbio argomenti di tendenza nel mercato dell’arte, così come gli attacchi informatici contro di essi. Più l’arte diventa digitale, più si espone ad attacchi. Falsi e contraffazioni informatiche, attacchi a mercati o istituzioni artistiche, furti di account o di chiavi private NFT sono solo alcuni dei rischi che corre l’arte digitale.Tuttavia, il rapporto tra arte e diritto penale appare, in alcuni suoi aspetti, più complesso e intrigante. L’arte digitale (e in particolare l’arte attivista / di protesta) ricade sovente nell’ambito di applicazione delle disposizioni penali. Al contempo, molti attacchi informatici contengono una rilevante componente artistica. Esiste insomma un’interrelazione distintiva tra arte e criminalità informatica.
Gli esempi sono numerosi. Gli attacchi Denial of Service – tra i più comuni nel cyberspazio – sono spesso concepiti come performance artistiche: si prendano ad esempio quelli condotti dal gruppo Electronic Disturbance Theatre, guidato dall’artista Ricardo Dominguez.
L’uso di bot e algoritmi per scopi artistici può assumere rilievi penali: il bot creato dal collettivo artistico !Mediengruppe Bitnik per acquistare casualmente oggetti sul dark web, che ha finito per comprare droga, è stato oggetto di un procedimento penale. Ancora, recentemente, il gruppo di hacker Anonymous ha trasmesso delle “troll faces” su radio militari russe durante il conflitto in Ucraina, unendo arte e guerra in un unico atto.
Qual è il confine tra arte e reato nel mondo digitale? Spesso le due aree coincidono. Da un lato, le performance artistiche e i manufatti digitali possono correre il rischio di ricadere nell’ambito di applicazione di norme penali. Dall’altro, gli attacchi informatici possono contenere un elemento d’interesse per il mondo dell’arte.
L’incontro mira quindi a sovvertire l’approccio tradizionale al tema (“reati informatici contro l’arte”) in “reati informatici come arte” e, al contempo, “arte digitale come reato”. Utilizzando esempi concreti, e sviluppandosi attorno ad un dibattito tra un giurista ed un artista, fornirà un’analisi artistica e socio-criminologica del dialogo tra arte digitale e crimine informatico.
Biografia artista
Nicolò Bussolati è un giurista e avvocato torinese. Si è occupato di reati informatici sin dal dottorato presso l’Università di Amsterdam. Ad oggi, tratta questo tema nella professione forense, nelle commissioni dell’Ordine degli Avvocati di Torino, e come consulente ONU. È autore di numerose pubblicazioni su diritto dell’informatica e diritto penale. Tra i suoi attuali interessi professionali e di ricerca spicca il diritto dell’arte, in particolare quella digitale.
Paolo Cirio è noto per aver esposto oltre 200.000 aziende offshore delle Isole Cayman nel 2013, l’hacking di Facebook attraverso la pubblicazione di 1 milione di utenti su un sito di incontri nel 2011, il furto di 60.000 di notizie finanziarie nel 2014 e di e-book da Amazon.com nel 2006; frodare Google nel 2005, e l’offuscamento di 15 milioni di foto segnaletiche statunitensi nel 2016, esponendo oltre 20.000 brevetti di tecnologia che consentono la manipolazione sociale nel 2018. Di recente, nel 2020, ha piratato oltre 100.000 opere nelle aste di Sotheby’s e ha profilato 4000 agenti di polizia francesi con riconoscimento facciale. I suoi primi lavori includono attacchi informatici contro la NATO dal 2001.